Denno (Dén in noneso) è un comune italiano di 1 234 abitanti della provincia autonoma di Trento in Trentino-Alto Adige.

Geografia fisica

Territorio

Situato sulla sponda destra del Noce, a metà strada tra Mezzolombardo e Cles, è da sempre il più importante centro della Bassa Anaunia.

Il comune di Denno è esteso su un territorio di 1 042 ettari, a 429 metri s.l.m.; esso si distingue in una zona coltivata a frutteto (limitrofa all'abitato) e in una zona boschiva, costituita da un complesso che si estende lungo il versante orientale della dorsale che separa la Valle di Non dalla Valle di Tovel.

L'altimetria delle proprietà comunali varia da 270 m s.l.m., in corrispondenza dell'alveo del torrente Noce ai 1 960 m s.l.m. del Monte Corno. La zona in parte compresa nel Parco naturale Adamello Brenta offre delle interessanti escursioni e la Malga Arza, porta d'accesso al Parco, rappresenta il punto di riferimento per numerose gite sulle montagne del Gruppo di Brenta.

Clima

Fonte: Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione Edmund Mach [1]

Origini del nome

Il nome del paese deriva da "Enno", nome dei signori de Enno del castello medioevale, Castel Denno, oggi scomparso, che sorgeva nei pressi del villaggio; per cui il paese "D'Enno" tramutò col tempo il nome in "Denno".

Storia

Età medievale

La Pieve

La località è attestata per la prima volta nel 1174 quale "Heno" in un documento dei conti di Appiano a favore della Collegiata agostiniana di San Michele all'Adige. Denno era la sede di una delle più antiche pievi della Val di Non documentata fin dal XIII secolo. Essa, oltre al paese di Denno comprendeva le "ville" di Campodenno, Lover, Segonzone, Dercolo, Quetta e Termon.

I De Enno

All'epoca presso la pieve sorgeva un castello, oggi scomparso, in cui risiedeva la nobile famiglia De Enno, che dal paese prese il proprio nome. I signori de Enno al principio del XIII secolo erano probabilmente i più potenti della Val di Non e avevano possedimenti non soltanto a Denno (Castel Denno e Castel Corona), ma anche a Nanno, Portolo, Termon e Campodenno.. Se il castello di Denno risulta abbandonato già tra il XIV e il XV secolo, la famiglia De Enno si divise in molti rami, alcuni dei quali particolarmente importanti, come quello dei Madruzzo (che ebbe ben quattro principi vescovi tra il 1539 e il 1658) o quello degli Alberti d'Enno, al quale apparteneva Francesco Felice Alberti di Enno, principe vescovo di Trento dal 1758 al 1762.

Età moderna

La Guerra Rustica

Durante la rivolta del 1525 dei contadini della Val di Non contro il principe vescovo di Trento Bernardo Clesio, gli uomini della Pieve di Denno, a differenza di quelli di altre comunità, mantennero un atteggiamento prudente e piuttosto defilato, evitando così, quando la sommossa fu soffocata dall'intervento di Ferdinando I d'Asburgo, di incappare nelle sanzioni inflitte agli esponenti delle fazioni più estreme .

La caccia alle streghe

Durante la caccia alle streghe che ebbe luogo in Val di Non tra il 1612 e il 1615, gli inquisitori si recarono anche nella Pieve di Denno interrogando molte persone. Durante le indagini alcune donne della zona furono accusate di essere delle streghe: Domenica detta la Tronella di Quetta, Anna detta la Tuenetta e Maria detta la Grill, entrambe di Toss. Se della sorte delle prime due non si hanno notizie, Maria detta la Grill fu imprigionata a Castel Coredo nel novembre 1613 e nel gennaio del 1614 condannata a morte assieme a una donna di Romeno.

La Carta di Regola

Nel 1632, all'epoca del principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo, Denno ottenne la ratifica della propria carta di regola, il testo contenente tutte le norme che regolavano i ritmi del lavoro contadino e la vita della comunità, dalla nomina delle cariche pubbliche, ai diritti e ai doveri dei singoli abitanti riguardo al rispetto delle proprietà private e alla cura delle proprietà comuni, come le strade, i boschi e i pascoli.

Età contemporanea

L'industria della seta

Nel XIX secolo con la secolarizzazione del Principato Vescovile di Trento, annesso all'Impero Austriaco, e con l'abolizione delle antiche regole, Denno divenne un comune. Il paese vide una fase di forte sviluppo economico soprattutto nella prima metà del secolo durante l'epoca d'oro della bachicoltura. In quegli anni a Denno sorsero diverse filande per la filatura dei bozzoli prodotti dai contadini di tutta la zona, che diedero lavoro a molte persone.

Il "Comune Grande" e la sua divisione

Dopo la prima guerra mondiale, il comune di Denno divenne ufficialmente parte della neo-annessa Venezia Tridentina e nel 1928, con la riforma fascista degli enti locali, incorporò tutte i paesi dell'antica pieve, ovvero, Campodenno, Quetta, Termon, Lover con Segonzone e Dercolo con Cressino. Si venne così a creare il cosiddetto "Comune Grande" di Denno. Nel secondo dopoguerra i disaccordi tra Denno e le sue frazioni portarono a un referendum che nel 1951 coinvolse tutta la popolazione del "Comune Grande", con il quale i paesi di Campodenno, Dercolo, Lover, Quetta e Termon si staccarono dal Comune di Denno per riunirsi in un comune a sé stante facente capo a Campodenno istituito nel 1952.

Simboli

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 20 gennaio 1930.

Il gonfalone è un drappo di colore azzurro riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in argento: "COMUNE DI DENNO".

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

  • Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio: affacciata su Piazza Vittorio Emanuele, piazza centrale del paese, costruita intorno al XIII secolo, fu ricostruita nel Cinquecento.
  • Chiesa di Sant'Agnese: costruita intorno al XIII secolo, conserva al suo interno degli affreschi del XV e XVI secolo.
  • Cappella di San Pietro Apostolo: piccola chiesa sussidiaria situata nella parte orientale del paese, a brevissima distanza dalla chiesa di Sant'Agnese, la tradizione popolare la considera la più antica dell'abitato. All'interno sono conservati degli affreschi che alcuni critici hanno attribuito ai fratelli Giovanni e Battista Baschenis.
  • Canonica: situata in via Santi Gervasio e Protasio (civico numero 1), presenta un portale a bugnato ruvido sulla cui chiave di volta è scolpito un mascherone.

Architetture civili e militari

  • Municipio: in passato convento delle suore canossiane, conserva l'antico atrio con soffitto a volta.
  • Palazzo Parisi: costruito dalla famiglia Parisi, legata all'industria della filatura dei bachi da seta, fu ristrutturato nel corso del XIX secolo. Si affaccia sulla piazza principale del paese, tra Via Alberti d’Enno e Piazza Vittorio Emanuele.
  • Palazzo Paternoster: situato in piazza San Giovanni (civici 4 e 6), il portale a sesto acuto conduce a un cortile interno, con un portico di stile rinascimentale con volte a vela dipinte di azzurro.
  • Castel Denno: non più esistente, costruito sul "Doss dei Ricci" all'inizio del XIII secolo dalla famiglia De Enno, passò poi ai Thun.

Aree naturali

  • Malga Arza, a 1507 di quota nel Parco Naturale Adamello Brenta, raggiungibile tramite una comoda strada asfaltata dall'abitato di Cunevo, è un punto di partenza per le escursioni nel Sottogruppo della Campa delle Dolomiti di Brenta e nella Val di Tovel

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti

Ripartizione linguistica

Nel censimento del 2001 il 32,18% della popolazione (354 persone) si è dichiarato "ladino".

Cultura

Arte

Nel paese nella prima metà del Seicento si trasferì lo scultore e intagliatore Bartolomeo Strudel, che avviò una bottega. A Denno nacquero i tre figli di Bartolomeo: Paul Strudel, autore delle due statue della Veronica e della Maddalena nella Cappella del Crocifisso del Duomo di Trento e scultore di corte dell'imperatore Leopoldo I d'Asburgo, lo scultore e pittore Peter Strudel, fondatore dell'Accademia di belle arti di Vienna e Dominik Strudel. In un rogito del notaio Niccolò de Antognines del settembre 1706 è registrata la deliberazione della pubblica Regola di Denno per la nomina di Paul Strudel a cittadino onorario.

Economia

L'economia della zona è sempre stata prevalentemente agricola, un tempo basata sulla viticoltura e sulla bachicoltura che ha visto prosperare l'industria della filatura dei bozzoli che offriva lavoro a molte persone del paese e dei dintorni. Ora è la coltivazione della mela l'attività prevalente, scendendo dal paese infatti si raggiunge il Consorzio Ortofrutticolo Bassa Anaunia (COBA).

Inoltre coesistono attività artigianali ed un piccolo turismo locale. Tra le attività artigianali è ancora diffusa e rinomata l'antica lavorazione del legno finalizzata alla realizzazione di mobili e arredamenti.

Amministrazione

Variazioni

La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Campodenno, Dercolo, Lover, Quetta e Termon; nel 1952 distacco di territori per la ricostituzione del comune di Campodenno comprendendo anche i territori degli ex comuni di Dercolo, Lover, Quetta e Termon (Censimento 1951: pop. res. 1554).

Sport

La società sportiva del paese è l'U.S. Bassa Anaunia costituita nel 1990 dalla fusione delle ex società sportive US. Denno, US. Stella Azzurra di Campodenno, US. Quetta, US Libertas Ton e US. S.Vito Flavon. Opera nella Bassa Val di Non e si occupa sia di calcio che di pallavolo. Nel calcio, la prima squadra milita dalla stagione 2010/11 nel campionato di Promozione provinciale. L'impianto sportivo principale è il campo in erba in località Valmaor di Denno mentre l'impianto sintetico è in località Salvez nel comune di Campodenno. Altro campo sportivo in erba è nel comune di Contà alla pineta di Flavon. La sede sociale e operativa è a Denno in via Colle verde n.1. Attuale presidente è Flavio Berti, che negli anni 2000 è succeduto al primo presidente Silvano Webber.

Note

Bibliografia

  • William Belli, Itinerari dei Baschenis. Giudicare, Val Rendena, Val di Non e Val di Sole, Trento, Provincia autonoma di Trento. Assessorato alla Cultura, 2008.
  • Claudia Bertolini (a cura di), La stupenda Inquisizione d'Anaunia. Processo del 1611-1615, Trento, Edizioni U.C.T., 1990.
  • Eleonora Callovi & Luca Siracusano (a cura di), Guide del Trentino. Val di Non. Storia, arte, paesaggio, Trento, TEMI, 2005.
  • Raffaella Colbacchini, "L'ancona dell'altare destro", in: I Re Magi e il santo eremita. La chiesa di Quetta, a cura di Laura Dal Prà, Trento, Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i beni storico-artistici, 2010 (pp. 47-49).
  • Emanuele Curzel, Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo, Bologna, Edizioni Dehoniane Bologna, 1999. (online)
  • Aldo Gorfer, Le valli del Trentino: guida geografico-storico-artistico-ambientale: Trentino occidentale, Calliano (TN), Manfrini, 1975, OCLC 876639446, SBN MOD0163021.
  • Luigi Menapace, Passato e presente di Denno, Trent, Comune di Denno, 1985.
  • Marco Pilati, Carlo Piz., Daniela Redolfi, Sul filo dell’Ottocento. Storia dell’economia dei bachi in Valle di Non, Cles (TN), Lions Club, 1995.
  • Enrico Quaresima, Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Firenze, Olschki, 1991 [1964], ISBN 88-222-0754-8.
  • Marco Rauzi, "Castel Denno (scomparso)", in: Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 4, a cura di E. Possenti, G. Gentilini, W. Landi & M. Cunaccia, Mantova, SAP Società Archeologica, 2013 (p. 200).
  • Mariano Turrini, Lo scioglimento del "Comune Grande", in «Denno Informa», 20, 2023, pp. 36-38. (online)
  • Simone Weber, Artisti trentini e artisti che operarono nel Trentino, Trento, Monauni, 1977 [1933].
  • Simone Weber, La Pieve di Denno, Denno, Comune di Denno, 1990.
  • Aldo Zanoni, Tracce di storia di un Paese Trentino: Campodenno. Cronologia di eventi, fatti, amenità e momenti di vita, Mezzolombardo (TN), Lithodue, 2023.

Altri progetti

  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Denno

Collegamenti esterni

  • Sito ufficiale, su comune.denno.tn.it.

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